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LA GLOBALIZZAZIONE



Con il termine globalizzazione si indica il fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi di diverso tipo a livello mondiale in diversi ambiti osservato a partire dalla fine del XX secolo.

Sebbene con questo termine ci si riferisca prevalentemente agli aspetti economici delle relazioni fra popoli e grandi aziende, il fenomeno va inquadrato anche nel contesto dei cambiamenti sociali, tecnologici e politici, e delle complesse interazioni su scala mondiale che, soprattutto a partire dagli anni ottanta, in questi ambiti hanno subito una sensibile accelerazione.

Con globalizzazione, ci si riferisce oltre che allo sviluppo di mercati globali, anche alla diffusione dell'informazione e dei mezzi di comunicazione come internet, che oltrepassano le vecchie frontiere nazionali. Nello stesso campo il termine indica la progressiva diffusione nei notiziari locali su temi internazionali.

Il termine globalizzazione è utilizzato anche in ambito culturale ed indica genericamente il fatto che nell'epoca contemporanea ci si trova spesso a rapportarsi con le altre culture, sia a livello individuale a causa di migrazioni stabili, sia nazionale nei rapporti tra gli stati. Spesso ci si riferisce anche all'elevata e crescente mobilità delle persone con una permanenza limitata temporalmente (turisti, uomini di affari, etc.).

Ma la globalizzazione è un bene o un male? Rappresenta la promessa di maggiore libertà e benessere per i cittadini di tutto il mondo, o costituisce un pericolo, perché favorisce l'omogeneizzazione culturale, l'omologazione consumista, la fine delle particolarità culturali, dell'identità dei popoli e della ricchezza delle tradizioni locali?

I critici della globalizzazione sostengono che si tratta di un concetto inventato dal potere economico, propagandato e venduto come un dentifricio, per contrabbandare un nuovo e più feroce colonialismo, il dominio incontrastato delle multinazionali, l'oppressione "scientifica" dei poveri del mondo e persino delle classi medie della società affluente. Movimenti, non sempre omogenei ideologicamente e culturalmente, sono balzati all'attenzione della cronaca per la violenta contestazione del nuovo ordine mondiale. Alcune città, fra cui Genova, sono state letteralmente messe a ferro e fuoco dalla furia devastatrice dei cosiddetti black-block. Alcuni intellettuali stanno mettendo in dubbio, nei loro libri, l'utilità e i benefici della globalizzazione. L'orribile attacco dell'11 settembre alle Twin Towers è stato letto come un tentativo di dare una spallata alla globalizzazione.

E' altresì vero che la pletora di beni e servizi, che ci vengono quotidianamente offerti a prezzi più convenienti è un beneficio e che la globalizzazione rappresenta probabilmente un processo irreversibile di modernizzazione, il compimento di un cammino culturale che ha visto sempre più filosofi e intellettuali pensare in modo "globale", "totale", "universale" (le grandi religioni, in primo luogo quella cristiana, l'illuminismo, il marxismo...). La globalizzazione potrebbe essere, dunque, una categoria insita nel modo di pensare occidentale. Si tratta di trovare correttivi, equilibri. L'economia deve rimanere un mezzo. Il fine è l'uomo. Bisogna evitare assolutamente che una nuova utopia progressiva si trasformi nell'ennesimo inferno sulla terra. (da: xoomer.alice.it/v.sossella/globalizzazione.htm)





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