
INTRODUZIONE
I turbellari sono platelminti per la maggior parte a vita libera, con lunghezza che varia da circa 2 mm sino a 50 cm, diffusi per lo più in ambienti marini e di acqua dolce. Sono generalmente ricoperti da un'epidermide ciliata. La bocca è situata sul margine ventrale. Si tratta di organismi scavatori il cui movimento è dovuto all'azione combinata di muscoli e cilia.
ANATOMIA E FISIOLOGIA
Il corpo è di solito depresso in senso dorso-ventrale e la sua parete è costituita da un sacco muscoloso-cutaneo; all'esterno c'è un'epidermide ciliata che poggia su una lamina basale, sotto la quale è presente uno strato muscolare con fibre circolari oblique e longitudinali. I turbellari meno evoluti sono privi di lamina basale.
Cellule ghiandolari sono presenti sull'epidermide o nel parenchima, queste svolgono funzioni diverse, alcune producono muco per consentire il movimento ciliare e altre hanno funzione adesiva; speciali cellule dell' epidermide producono speciali corpi bastoncelliformi (rabditi) impiegati nella difesa o nella cattura del cibo. Il capo è riconoscibile per la presenza di ocelli, capaci di captare variazioni di luce, o di tentacoli o di espansioni laterali lobate. La bocca è situata sul lato ventrale, sotto di essa si apre una guaina faringea la quale contiene la faringe stessa.
L'intestino si compone di tre parti pluriramificate, una anteriore e due posteriori, insieme formano la cavità gastrovascolare. L'apparato escretore consta di cellule a fiamma. Il sistema nervoso è costituito da due cordoni nervosi, collegati tra loro da commessure trasversali. La riproduzione può essere agamica, questa prevale in forme di acqua dolce. La riproduzione sessuale, o gamica, è la più diffusa e generalmente i turbellari sono ermafroditi.
HABITAT ED ECOLOGIA
Alcune specie di turbellari di acqua dolce sono ectoparassiti di crostacei. Altre specie, soprattutto tra i tricladi, sono commensali di crostacei e tartarughe; la maggior parte di essi sono detritivori. Questi organismi sono riusciti a colonizzare varie nicchie come: pozze, laghi, torrenti, acque iporreiche, stagni, e addirittura riescono a vivere nei film d'acqua che si creano sulle superfici fogliari e negli interstizi del suolo.
Tutti i tricladi sono predatori. In genere i turbellari bloccano le loro prede invischiandole con secrezioni epidermiche, dopodiché le introducono nella cavità gastrovascolare, oppure, dopo aver bloccato la preda, secernono enzimi proteolitici e poi ne assorbono il contenuto tramite la faringe, che viene usata come una sorta di pompa. Molti turbellari sono caratteristici di peculiari ambienti; ad esempio Pseudophaenocora sulfophila vive in sorgenti sulfuree con scarsa saturazione di ossigeno, mentre Polycelis coronata vive in acque fredde molto ossigenate. Numerose specie di tricladi si rinvengono anche in acque sotterrane.
SISTEMATICA
I turbellari si dividono nelle sottoclassi degli Arcoofori e dei Neoofori in base alla struttura delle gonadi femminili e comprendono circa 3400 specie raggruppate in 120 famiglie e 630 generi.
La prima di queste, comprendente le forme più primitive del gruppo, è caratterizzata da specie con segmentazione spirale e ovari non suddivisi in vitellogeno e germario; la seconda che include le forme più evolute è caratterizzata da ovari suddivisi e segmentazione spirale molto modificata.
Sottoclasse Arcoofori
Ordine Nemertodermatidi
Ordine Aceli
Ordine Catenulidi Ordine Macrostomidi
Ordine Aplofaringidi
Ordine Proplicostomati
Ordine Policladi
Sottoclasse Neoofori
Ordine Lecitoepiteliati
Ordine Prolecitofori
Ordine Seriati ( Proseriati, Tricladi )
Ordine Rabdoceli
Gli Aceli sono caratterizzati da assenza di cavità digerente e di gonadi; l'alimento passa direttamente dalla bocca alle cellule interne, i gameti si originano direttamente dal mesenchima. Si tratta di forme generalmente di piccole o piccolissime dimensioni (inferiori a 2 mm), tutte marine e a vita libera.
Gli Aceli vengono attualmente considerati (Ruiz-Trillo et al., 1999) come la "base" dei bilateri-triblastici e, molto probabilmente, potrebbero costituire un phylum indipendente.
I Rabdoceli sono caratterizzati da un intestino sacciforme, ciliato, una faringe semplice e gonadi impari. I rappresentanti di questo gruppo sono presenti per lo più in acque dolci, solo poche specie sono marine.
I Tricladi, comunemente noti come Planarie, comprendono le specie di dimensioni maggiori. La loro caratteristica principale è di avere un intestino diviso in tre cladi (sacchi), uno è diretto nella parte anteriore dell'animale e gli altri due sono disposti posteriormente. I tricladi sono caratterizzati dall'avere, inoltre, una faringe muscolare che può essere estroflessa per catturare il cibo. Molte specie di planarie esibiscono infine un elevato potere rigenerativo, potendo formare nuovi individui completi a partire da piccole porzioni separate dal loro corpo.
Molte planarie risultano essere fotosensibili: in alcune specie, in particolare, si ritrovano raggruppamenti di cellule che funzionano come veri e propri occhi.
Le planarie sono generalmente ermafrodite e si riproducono per incrocio.
I Tricladi possono vivere sia in acque dolci che marine come pure in ambiente terrestre. Alcuni autori suddividono questo gruppo in due sottogruppi principali: Aploneura e Diploneura, rispettivamente comprendenti forme acquatiche e terrestri. Le specie acquatiche sono presenti per lo più in acque dolci, solo poche specie sono marine. Numerose specie, inoltre, si sono adattate a vivere in ambienti acquatici sotterranei (per lo più grotte).
I Tricladi sono generalmente molto colorati ed appariscenti, in alcuni casi con evidenti caratteristiche aposematiche.
1. epidermide; 2. branche laterali dell'intestino; 3. muscoli circolari; 4. muscoli longitudinali; 5. muscoli dorso-ventrali; 6. faringe; 7. cordoni nervosi longitudinali; 8. cellule mesenchimatiche. |
I policladi sono organismi marini, i quali presentano un intestino con un numero di cladi superiore a tre. Anche in questo ordine riscontriamo vivaci colorazioni che ci riportano a caratteristiche aposematiche.
Molte specie sono commensali o vivono in associazione con molluschi e crostacei.
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