Un tempo inclusi nell'eterogeneo ed artificiale gruppo degli Aschelminti, i Rotiferi, con oltre 1500 specie conosciute, vengono attualmente considerati un phylum indipendente, comprendente i più piccoli metazoi attualmente conosciuti. A questo gruppo appartengono animali microscopici, pseudocelomati, di varie dimensioni, forma e colorazioni. Essi possono misurare da 0.1 a 2 mm., anche se solo raramente superano 0.5 mm. di lunghezza. La loro caratteristica peculiare è la presenza di una o più corone ciliate rotanti, poste attorno all'apertura orale, da cui prendono il nome.
Come in alcuni piccoli crostacei, in diverse specie possono riscontrarsi cambiamenti stagionali nella forma e nelle dimensioni corporee (ciclomorfosi): in alcuni casi, ad esempio, gli individui estivi e quelli invernali differiscono pe la presenza di spine e aculei, più lunghe o più corte a seconda della stagione. I rotiferi si rinvengono in laghi, piccoli specchi d'acqua dolce, in ambienti salmastri ed astatici, in suoli umidi, nel muschio e su licheni umidi, praticamente dovunque sia disponibile una se pur minima quantità di acqua o di umidità; sono raramente presenti in acque marine.
Grazie alla loro particolare resistenza, possono facilmente sopravvivere a stagioni particolarmente calde ed asciutte, riprendendo il ciclo vitale allorquando le condizioni ambientali ritornano ad essere loro favorevoli. Il grande successo ecologico ed evolutivo di questo gruppo è dovuto, infatti, proprio alle particolari strategie riproduttive che essi mettono in atto per contrastare le avversità ambientali. Il ciclo vitale di questo gruppo presenta molte caratteristiche affascinanti, tra cui la particolare forma di partenogenesi ciclica (eterogonia) che essi esibiscono al cambiare delle condizioni ambientali e delle stagioni. Molte popolazioni sono primariamente costituite da femmine diploidi che producono uova diploidi (amittiche) in grado di svilupparsii in femmine adulte senza fecondazione. In alcuni casi, soprattutto quando le condizioni ambientali diventano sfavorevoli (prosciugamento di uno specchio d'acqua, estati molto calde, etc.) le femmine producono uova normali, aploidi, alcune delle quali si sviluppano partenogeneticamente in maschi, altre in femmine; in tali periodi le femmine possono produrre anche uova "mittiche" che possono essere fecondate. Gli zigoti che vengono prodotti costituiscono una sorta di "stadi resistenti" in grado di sopravvivere, in uno stato di quiescenza, alle condizioni sfavorevoli sino al ripristinarsi di condizioni ambientali ottimali: a questo punto tali stadi riprendono lo sviluppo e si trasformano in femmine che si possono successivamente riprodurre per partenogenesi. Da quanto su esposto risulta evidente che la maggior parte dei rotiferi debbano essere femmine; i maschi generalmente rappresentano circa il 10% delle relative popolazioni, o sono presenti solo per alcune settimane l'anno. Il phylum dei rotiferi comprende tre classi: SEISONIDEA, BDELLOIDEA (DIGONONTA) e MONOGONONTA.
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