La biodiversità è l'assicurazione sulla vita del nostro pianeta; quindi la sua conservazione deve essere perseguita senza limiti poiché essa costituisce un patrimonio universale, che può offrire vantaggi immediati per l'uomo:

- mantenimento degli equilibri climatici sia a scala locale che planetaria; infatti le specie vegetali oltre ad essere l'unica fonte di ossigeno sul nostro Pianeta, hanno anche un ruolo fondamentale negli equilibri idrici e in quelli gassosi.

- fonte di materiale di studio: lo studio della Biodiversità permette di avere fondamentali conoscenze anche per comprendere meccanismi biologici analoghi nell'uomo.

- uso sostenibile della flora per fini alimentari e medicinali: per quanto riguarda l'uso della flora per l'alimentazione c'è da dire che oggi viene sfruttata solo una minima parte delle infinite possibilità alimentari fornite dalle piante. Invece utilizzando meglio tali risorse si potrebbero soddisfare i problemi di nutrizione in molte parti del mondo, senza alterare equilibri essenziali per l'ambiente.

Riguardo ai fini medicinali dell'uso della flora invece c'è il rischio di perdere, prima ancora di scoprirle, piante che forniscono sostanze necessarie nella lotta contro patologie come il cancro e la leucemia.

Fonte di materiale per miglioramento genetico di animali o piante. Per le produzioni agricole e negli allevamenti vengono utilizzate specie appositamente selezionate perché più produttive. Ciò è stata la causa dell’abbandono di specie locali molto rustiche e che oggi si sono estinte o che sono in via di estinzione. Queste razze a rischio di estinzione vanno protette perché essendo rustiche e ben adattate all’ambiente in cui si sono naturalmente evolute, danno la possibilità di creare nuove razze.

Selezione e diffusione di specie/varietà/razze/forme, ecc. caratterizzate da buon adattamento agli ambienti svantaggiati; Migliore utilizzazione delle zone agricole svantaggiate anche attraverso la diversificazione produttiva; Ottenimento di prodotti di pregio per caratteristiche nutrizionali e tecnologiche;

Individuazione degli strumenti di politica ambientale ed agraria utili per le strategie di salvaguardia e valorizzazione delle risorse genetiche, anche attraverso una stima del loro valore economico; Conservazione e divulgazione di un patrimonio culturale legato alla storia delle diverse piante ed animali che hanno accompagnato l'uomo nel loro corso evolutivo; Costituzione di una rete di agricoltori allevatori per il mantenimento e la conservazione delle risorse genetiche reperite, anche attraverso la utilizzazione di parchi e riserve naturali; Rilancio dell'immagine imprenditoriale anche attraverso la tipicizzazione di prodotti locali; Rivitalizzazione di piccole e medie imprese industriali di trasformazione.



IL RUOLO DELLE FORESTE NELLA SALVAGUARDIA DELLA BIODIVERSITA'

In Europa, come in Italia, circa il 30% del territorio è coperto da foreste ed altri terreni boscati. Negli ultimi decenni la copertura forestale è aumentata del 10-20%, a seconda dei Paesi (il 23% in Italia negli ultimi vent’anni). Gli ecosistemi forestali ospitano una elevata porzione di biodiversità, in termini di specie, genotipi e processi ecologici; esse hanno dunque grande valore per la conservazione e lo sviluppo sostenibile della biodiversità.

Tra gli ecosistemi di estensione comparabile, quelli forestali sono tra i meno disturbati, nonostante l'antichissima influenza dell'azione umana. Il ruolo delle foreste come habitat per molte specie ad alta priorità di conservazione è fondamentale. Un totale di 58 sui 198 habitat prioritari elencati nell'Allegato I della Direttiva Habitat dell'Unione Europea sono, infatti, habitat forestali.

Un'efficace tutela della biodiversità non può che essere compiuta a due diversi livelli, tra loro strettamente correlatii: la protezione delle specie e quella dei rispettivi habitat. Molte sono le componenti dell'ecosistema che contribuiscono a formare la biodiversità ambientale; tra di esse prevalgono senza dubbio le specie vegetali più rappresentative delle comunità biotiche naturali e quelle più vulnerabili in quanto minacciate, rare o in pericolo di estinzione. La presenza, qundi, di comunità prossime allo stadio di massimo equilibrio e con elevati livelli di naturalità rappresenta un importante attributo che può aumentare considerevolmente la qualità dell'ambiente, e quindi il suo livello di biodiversità.

La salvaguardia delle specie e degli habitat, che forniscono i maggiori contributi alla conservazione del livello più elevato di biodiversità compatibile con le condizioni abiotiche dell'ambiente, non può che essere realizzata attraverso la tutela delle aree dove popolazioni e comunità sono presenti in modo più rappresentativo. Occorre, quindi, garantire una protezione sufficiente anche alle aree tra esse interposte, i cosiddetti "corridoi biologici", al fine di assicurare una relativa capacità di auto-conservazione agli ecosistemi che contribuiscono maggiormente alla biodiversità.



LA DIRETTIVA "HABITAT"


La costituzione della rete Natura 2000 è prevista dalla Direttiva n. 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla "Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche", comunemente denominata Direttiva "Habitat".

L'obiettivo della Direttiva è peró piú vasto della sola creazione della rete, avendo come scopo dichiarato di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante attività di conservazione non solo all'interno delle aree che costituiscono la rete Natura 2000 ma anche con misure di tutela diretta delle specie la cui conservazione è considerata un interesse comune di tutta l'Unione.

Il recepimento della Direttiva è avvenuto in Italia nel 1997 attraverso il Regolamento D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 modificato ed integrato dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003. La conservazione della biodiversità europea viene realizzata tenendo conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali. Ció costituisce una forte innovazione nella politica del settore in Europa. In altre parole si vuole favorire l'integrazione della tutela di habitat e specie animali e vegetali con le attività economiche e con le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono all'interno delle aree che fanno parte della rete Natura 2000.

Secondo i criteri stabiliti dall'Allegato III della Direttiva "Habitat", ogni Stato membro redige un elenco di siti che ospitano habitat naturali e seminaturali e specie animali e vegetali selvatiche, in base a tali elenchi e d'accordo con gli Stati membri, la Commissione adotta un elenco di Siti d'Importanza Comunitaria (SIC).

Gli habitat e le specie sulla base dei quali sono stati individuati i siti Natura 2000 in Italia suddivisi per Regione biogeografica sono riportati in liste di riferimento:

  • Lista di riferimento dei tipi di habitat e specie della regione alpina.

  • Lista di riferimento dei tipi di habitat e specie della regione continentale.

  • Lista di riferimento dei tipi di habitat e specie della regione mediterranea.

    Entro sei anni a decorrere dalla selezione di un sito come Sito d'Importanza Comunitaria, lo Stato membro interessato designa il sito in questione come Zona Speciale di Conservazione (ZSC).



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