Si è visto come, dopo aver catturato una preda disgustosa provvista di colorazione aposematica, un predatore cercherà in seguito di evitarla, avendo associato le caratteristiche cromatiche con la sensazione di disgusto. Se ciò è vero, e' altrettanto plausibile e probabile ipotizzare il fatto che un animale appetibile, cioe' non protetto, che peró somigli ad uno inappetibile ed aposematico, venga confuso dal predatore e quindi evitato al pari del primo.

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Il fenomeno viene definito mimetismo aposematico o fanerico (mimicry secondo gli autori americani). Poiche' fu Bates il primo, nel 1862, a richiamare l'attenzione su questo fenomeno, esso viene anche in suo onore definito "mimetismo batesiano" anche se, in realta', il mimetismo batesiano rappresenta solo un caso, il piu' semplice, di mimetismo aposematico.


MIMETISMO BATESIANO


Il mimetismo batesiano consiste in un complesso (anello mimetico) di due o piu' specie, di cui una protetta, che assumono le stesse caratteristiche cromatiche, ed in parte anche morfologiche: si tratta, cioe', dell'imitazione di una specie aposematica (modello), inappetibile, da parte di una o piu' specie non protette (mimi), appetibili, allo scopo di ingannare un predatore comune.

Perche' si instauri un anello mimetico batesiano devono essere soddisfatte le seguenti condizioni:


1. Le tre componenti che costituiscono l'anello mimetico (modello, mimo, ricevitore di segnale) devono coesistere nel tempo e nello spazio.

2. I modelli devono essere molto piu' numerosi dei mimi; ció affinchè il predatore abbia una maggiore probabilità di fare esperienza sui modelli e non sui mimi.

3. Nel caso di mimetismo intraspecifico, i mimi devono essere morfologicamente distinguibili dalle forme affini.


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Alcuni studiosi hanno osservato come in alcune catene mimetiche di tipo batesiano esista anche una differenza nella longevità individuale dei modelli e dei mimi. In base a queste ricerche si è visto che i mimi si riproducono in genere una sola volta e dopo essersi riprodotti non vivono a lungo. Il contrario, invece, avviene per i modelli, realmente inappetibili, che vivono dopo essersi riprodotti in media piu' a lungo, questo per permettere di elevare percentualmente le esperienze negative nei predatori, aumentando in questo modo l'efficacia del segnale aposematico.

La maggior parte degli esempi di mimetismo batesiano riguarda il mondo degli insetti. Esistono, infatti, numerose specie simili alle vespe, le quali si avvantaggiano della protezione derivante da questa somiglianza, come ad esempio molti ditteri innocui, che imitano imenotteri dotati di pungiglione, quali vespe, api e calabroni.

Nel Borneo sono state studiate alcune specie di vespoidei (Xilocopa latipes, Macromeris violacea, Vespa cincta) perfettamente imitate da ditteri i quali, quando sono in movimento, risultano del tutto simili ai modelli anche nel modo di volare. Essi, infatti, possiedono il loro unico paio di ali sviluppato in modo tale da simulare la coppia di ali degli imenotteri, che imitano anche nel particolare colore giallo o violaceo.

Molti blattoidei, invece, imitano perfettamente coccinellidi e crisomelidi, non appetiti dai predatori insettivori, ottenendo in tal modo un efficace protezione. In alcuni casi i modelli che vengono imitati possono essere differenti nelle diverse fasi di sviluppo della specie mimo. Ad esempio l'ortottero catitide, Condylodera tricondyloides, allo stadio giovanile vive sugli stessi fiori frequentati dal coleottero cicindelide Collyris sarawakensis, con il quale condivide simili dimensioni, caratteristiche morfologiche e cromatiche, mentre nello stadio adulto l'ortottero vive sul terreno e somiglia in modo stupefacente ad altre specie di coleotteri cicindelidi del genere Trycondila.

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Tali somiglianze conferiscono alla cavalletta un efficace protezione in quanto i cicindelidi sono provvisti di un robusto apparato boccale in grado di infliggere dolorosi "morsi" agli eventuali predatori.

Nel mantoideo Hymenopus bicornis, invece, è presente uno stadio di neanide molto simile ad una particolare cimice predatrice, di gusto tanto sgradevole da venire evitata dai predatori, ed uno stadio adulto che si mimetizza cripticamente con i fiori su cui si poggia.

Meno frequenti sono i casi di mimetismo batesiano negli altri gruppi di invertebrati e nei vertebrati. Tra questi ultimi possiamo citare il caso dei mammiferi Tupaidi del Borneo, i quali hanno una carne dal gusto tanto sgradevole da essere rifiutata da qualunque predatore: questa caratteristica associata alla loro livrea appariscente rappresenta per loro un ottimo meccanismo di protezione in quanto i predatori, una volta assaggiatili, imparano a riconoscerli e ad evitarli.

Alcune specie di scoiattoli, appetibili ed indifese, presentano una notevole somiglianza con altrettante specie di tupaidi, riuscendo in questo modo a trarre in inganno i loro predatori e ad evitare di essere catturate.


MIMETISMO MULLERIANO

MIMETISMO MERTENSIANO





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