MIMETISMO MULLERIANO


Il mimetismo miilleriano, definito anche "mimetismo sinaposematico" consiste nella adozione di una stessa colorazione aposematica da parte di due o più specie protette.

Gia' Bates, nel corso delle sue ricerche, aveva notato che, oltre a fenomeni di convergenza cromatica relativi a specie non protette verso specie protette, esistevano in natura numerosi casi di convergenza anche tra specie protette. Al momento Bates non dette eccessiva importanza al fenomeno e fu, appunto, lo zoologo tedesco Fritz Muller, pochi anni dopo, a riesaminare il problema e a fornirne una interpretazione adattativa.

Múller parti' dal presupposto che gli organismi animali debbano imparare a riconoscere quale preda sia inappetibile attraverso una serie piu' o meno lunga di esperienze negative; cio' significa che, in tutti i casi, la specie inappetibile deve, comunque, "sacrificare" un determinato numero di individui a spese dei quali il predatore compie le sue esperienze. Qualora in uno stesso ambiente esistano piu' specie inappetibili, diverse tra loro, ed un comune predatore, e' evidente che quest'ultimo sara' costretto ad imparare a riconoscerle separatamente: dovra' fare, cioe', due serie distinte di esperienze negative, sacrificando un certo numero di individui nell'una e nell'altra specie.

Se, invece, le specie inappetibili si assomigliano tra di loro, tanto da non essere distinguibili, il predatore dovra' imparare a riconoscerne una sola. In pratica il predatore, venuto a contatto con qualsivoglia delle due specie inappetibili, ricevera' in ogni caso un messaggio la cui risposta lo portera' ad ignorare tutti i morfi simili a quello "assaggiato", anche se appartenenti a specie diverse. Questo significa che il numero complessivo degli individui da "sacrificare" a ciascun predatore verra' suddiviso statisticamente tra tutte le specie facenti parte dell'anello mimetico, con conseguente diminuizione del tasso di predazione per specie; inoltre e' facile rendersi conto che, quante piu' specie partecipano all'associazione di avvertimento, tanto minori saranno le perdite statistiche per ogni singola specie.

In molti casi gli anelli mimetici mülleriani possono comprendere anche mimi batesiani; ne rappresenta un esempio il mimetismo di Mertens che verrà trattato in seguito. Lo sviluppo delle caratteristiche mimetiche, sia batesiane che mulleriane, è spesso accompagnato da altri cambiamenti riguardanti la fisiogia, l'ecologia ed il comportamento.

Una delle caratteristiche piu' interessanti, scoperta indipendentemente da ricercatori diversi, e' la maggiore resistenza di molti modelli rispetto ai rispettivi imitatori. Abbiamo gia' visto come risulti molto vantaggioso che i modelli siano in numero molto maggiore rispetto ai loro mimi; cio', infatti, determina una maggiore probabilita' statistica che il predatore faccia le sue esperienze tutte sulla forma inappetibile. E' evidente che, se i modelli hanno anche una maggiore resistenza e vivono piu' a lungo, cio' garantira' un piu' rapido apprendimento da parte del predatore ed un minor numero di "vittime sacrificate".

Forse uno dei più spettacolari esempi di mimetismo mülleriano è quello che si riscontra in alcune farfalle della famiglia degli Eliconidi che vivono in America centrale e meridionale. In particolare le due specie Heliconius melpomene e H. erato, ambedue inappetibili, vivono in simpatria su una vasta area geografica, sono tra loro molto simili e si differenziano solo in base al numero di macchie rosse presenti sul lato ventrale delle ali posteriori: quattro in erato e tre in melpomene. Tuttavia le due specie si distinguono per il differente e forte odore che emanano e probabilmente il riconoscimento tra i membri della stessa specie avviene proprio in base a questi diversi segnali chimici. E' interessante osservare che queste due specie, nonostante siano suddivise in un gran numero di varietà geografiche, si somigliano in tutta l'area geografica nella quale convivono.

Alcuni coleotteri della famiglia dei Licidi possiedono colori molto appariscenti e sostano spesso sui fiori. Questi insetti quando vengono minacciati emettono dai femori posteriori una sostanza bianca di odore sgradevole, e vengono evitati sia dagli uccelli che dai mammiferi insettivori. Questi coleotteri vengono spesso imitati nella forma e nel colore da altri insetti, quali coleotteri cerambicidi, lepidotteri, emitteri, imenotteri, formando catene mimetiche di tipo sia batesiano che mülleriano, in particolare in alcune aree del Sudafrica e del Borneo.



MIMETISMO MERTENSIANO


Il "mimetismo mertensiano" risulta nella sua interpretazione piuttosto complicato e non viene accettato universalmente da tutti i biologi.

Il mimetismo mertensiano fu scoperto per la prima volta da W. Wickler che suggerì questo appellativo in onore di R. Mertens, naturalísta che studiò a fondo i serpenti corallo del Nuovo Mondo, animali nei quali questo fenomeno mimetico è stato frequentemente riscontrato.

Il nome "serpenti corallo" dato a questi rettili, è dovuto alla loro vistosa colorazione costituita da bande alternate di colore rosso, nero e giallo. Questi ofidi appartengono a due diverse famiglie, gli Elapidi, velenosi e spesso letali, ed i Colubridi, innocui.

In particolare un anello mimetico mertensiano consiste di tre o piu' componenti. Nella situazione più semplice si hanno due mimi ed un solo modello e precisamente: a) un colubride appetibile (mimo); b) un elapide mortale (mimo) e c) un elapide moderatamente velenoso (modello). La specie 'b" pur essendo protetta non puó rappresentare il modello, in quanto il suo predatore non puó essere in grado di fare esperienza su di essa poiche' in genere muore dopo aver attaccato la preda. Allo stesso modo, anche la specie "a", in quanto innocua, non avrebbe nulla da "insegnare" al predatore affinchè la eviti.

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Quindi è la specie 'c', moderatamente velenosa, ad avere i migliori requisiti per rappresentare il modello per entrambi i mimi.

E' interessante inoltre osservare come tra le specie "a" e "c" si stabilisca un mimetismo di tipo batesiano, mentre tra le varie specie di tipo "c" abbiamo un mimetismo di tipo mülleriano e tra le specie "b" e "c" un mimetismo di tipo mertensiano. E' evidente che anche in questo caso, cosi come nel mimetismo batesiano, è importante che il modello sia numericamente predominante sui due mimi.




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