Per poter conquistare un nuovo habitat o una nuova nicchia ecologica in una zona adattativa diversa, una specie (o una popolazione) deve esservi in parte preadattata, cioè presentare individui con strutture (organi, apparati,etc,) che possano assumere nuove funzioni senza, peraltro, deviare dalla organizzazione originale.

E' evidente che piccoli cambiamenti di habitat o di nicchia richiedano un modesto preadattamento; al contrario, spostamenti di habitat o di ambiente più ampi, quali quello che ha portato molti gruppi animali dalla vita acquatica a quella terrestre, richiedano un preadattamento ben più complesso e meno probabile a realizzarsi, il che ci da ragione della loro bassa frequenza.

Infatti, se consideriamo, appunto, il passaggio dalla vita acquatica (marina) a quella terrestre ci accorgiamo che appena tre phyla animali (artropodi, molluschi e vertebrati superiori) dei circa 35 phyla complessivamente conosciuti, vivono sulla terra ferma e ciò, nonostante l' ambente terrestre sia un ambiente estremamente diversificato e favorevole. A questo proposito Mayr afferma: "le invasioni di nuove zone adattative non richiedono quasi mai un insieme di preadattamenti così formidabile come quello che esige il trasferimento dall'acqua alla terra".

Un esempio di tali complessi preadattamenti lo si può osservare nella ricca fauna che vive negli spazi interstiziali delle sabbie dei fondali marini o delle zone in prossimità delle coste: i requisiti essenziali di tali organismi sembrano essere le dimensioni ridotte, l'allungamento del corpo, la depigmentazione parziale, un particolare tipo di locomozione, una notevole capacità di tollerare temporanee mancanze di ossigeno, riduzione dei tasso di salínità, etc.

Gli organismi che vivono in tali condizioni possono conquistare, come è più volte avvenuto nel passato e avviene tuttora (vedi: celenterati, molluschi, archianellidi, briozoi, gastrotrichi, nematodi, crostacei,etc,), l'ambiente delle acque dolci continentali; tale conquista può realizzarsi attivamente mediante una migrazione irreversibile, attraverso gli interstizi costieri, sino a raggiungere i sistemi idrici dolci continentali (active migration model), oppure la stessa conquista può avvenire passivamente a seguito dell' "intrappolamento" degli stessi organismi nelle sabbie costiere in occasione delle regressioni marine del tardo Terziario (regression model evolution).

Preadattamenti altrettanto complessi vengono richiesti da animali dulcacquicoli di superfìcie che debbano colonizzare gli habitat acquatici sotterranei a seguito di drastici mutamenti climatici superficiali (es. glaciazioni quaternarie) che ne rendono difficile o addirittura impossibile la sopravvivenza (climatic refugium model).

Il concetto di preadattamento riveste un enorme significato ed ha avuto un ruolo determinante nell' evoluzione degli organismi sia animali che vegetali. Secondo Mayr, infatti, "ogni cambiamento di habitat di una certa importanza è un esperimento evolutivo": tutti i gruppi animali che hanno avuto un grande successo, come gli insetti, gli uccelli ed i tetrapodi, hanno seguito, appunto, vie evolutive di questo tipo ed in molti casi il passo decisivo è stato compiuto da una sola specie!




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